Milano, 8 marzo 2014 - 06:56

Scomparso aereo diretto a Pechino
A bordo 239 persone, nessun italiano

Un 777 della Malaysia Airlines partito da Kuala Lumpur per la capitale cinese. Dopo due ore di volo sparita la traccia radar. Scie di carburante in mare

di Guido Santevecchi

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Dal nostro corrispondente a Pechino - Due strisce parallele di carburante in mare. Finora questi sono gli unici resti rinvenuti del Boeing B777-200 della Malaysia Airlines in volo da Kuala Lumpur a Pechino, il cui ultimo contatto è stato registrato alle 2.40 di sabato (in Italia erano le 19.40 di venerdì). Poi più niente. Il jet della compagnia di bandiera malaysiana, partito 41 minuti dopo la mezzanotte, aveva 239 persone a bordo: 227 passeggeri e 12 membri dell’equipaggio. Era atteso a Pechino alle 6.30 di sabato mattina. L’apparecchio era decollato da due ore e secondo l’agenzia di notizie cinese Xinhua era nello spazio aereo del Vietnam quando è scomparso. Secondo le fonti di Pechino, il Boeing contrassegnato dall’identificativo MH370 non è mai entrato in contatto con i controllori del volo cinesi. Quando la sua traccia è scomparsa dagli schermi era seguito dalla torre di controllo di Ho Chi Minh City, la ex Saigon. Anche se ufficialmente l’aereo è ancora considerato «mancante», secondo le autorità vietnamite il velivolo è precipitato in mare un minuto prima di entrare nello spazio aereo nazionale, a 300 km dall’isola di Tho Chu, tra il golfo di Thailandia e il mar Cinese meridionale. Sebbene il segnale del velivolo non sia stato ancora identificato, è stata organizzata un’operazione di soccorso in collaborazione tra le autorità di Vietnam, Cina e Malaysia. Secondo media cinesi due navi della marina di Pechino si stanno dirigendo verso la zona.

L’italiano non è tra i dispersi

Tra i passeggeri di 14 nazionalità, 153 avevano passaporto cinese. Nella lista risultava anche un italiano, Luigi Maraldi: ma l’uomo ha telefonato ai genitori rassicurandoli di star bene e di essere in Thailandia. Maraldi aveva denunciato il furto del suo passaporto, avvenuto il 1° agosto scorso, mentre si trovava nel Paese asiatico. Tornato in Italia, ha ottenuto un nuovo documento a Ravenna, dove nel frattempo ha preso la residenza, poi è tornato in Thailandia. Sabato mattina il personale del commissariato di Cesena si è recato a casa dei genitori, ma sono stati loro stessi a raccontare ai poliziotti che il giovane aveva chiamato poco prima per dire che stava bene ed era in Thailandia. Una delle ipotesi quindi è che risulti sulla lista delle persone imbarcate perché qualcuno è salito a bordo del velivolo usando il suo passaporto rubato. E ci sarebbe anche un altro caso del genere: un cittadino austriaco che figurava sulla lista passeggeri dell’aereo scomparso. All’uomo, 61 anni e che si trova in Austria, il passaporto era stato rubato in Thailandia nel 2012. I responsabili della Malaysia Airlines stanno contattando i parenti degli altri dispersi: «I nostri pensieri e le nostre parole sono per loro e per i loro familiari». Durante la notte si sono diffuse voci secondo le quali il Boeing era atterrato in emergenza. Tony Fernandes, amministratore delegato di AirAsia aveva twittato che la radio di bordo aveva avuto un guasto ma che tutti erano salvi. Purtroppo l’informazione è stata smentita da Malaysia Airlines e il tweet è stato cancellato.

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La disperazione dei parenti convocati in aeroporto

Scie di carburante in mare

L’agenzia Xinhua e la Associated Press in tarda mattinata hanno ripreso notizie del sito vietnamita VN Express secondo cui segnali sono stati lanciati da un punto 120 miglia nautiche (225 km) a sud-ovest della provincia meridionale di Ca Mau. Ma un portavoce della guardia costiera del Vietnam contattato dalla Reuters ha smentito. Nessuna segnalazione anche dagli altri aerei che procedevano sulla stessa rotta. Nessuno ha ricevuto messaggi radio o richieste di soccorso. Il Boeing aveva circa sette ore di carburante, ha detto un portavoce malaysiano. «Due dei nostri velivoli hanno avvistato due scie di carburante lunghe tra i 15 e i 20 chilometri che corrono parallele e distano circa 500 metri l’una dall’altra», ha reso noto Vo Van Tuan, ufficiale dell’esercito vietnamita. Intanto la Marina Usa ha fatto sapere di aver inviato una nave da guerra per collaborare alle ricerche dell’aereo: la USS Pinckney, cacciatorpediniere di classe Arleigh Burke con missili teleguidati, si sta spostando dalle acque internazionali del Mar cinese meridionale verso la costa meridionale del Vietnam. Entro 24 ore dovrebbe arrivare nella zona dove si crede possa essere caduto l’aereo. A bordo della nave ci sono due elicotteri che possono essere usati per sorvolare e per operazioni di salvataggio.

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Ecco dove è scomparso il volo MH370 della Malaysia Airlines

Nessuna notizia per ore, poi la scritta: «Delayed»

I responsabili della Malaysian Airlines dicono che l’ultima comunicazione è arrivata quando il Boeing volava a 35.000 piedi di quota, (10.670 metri) tra la costa della Malaysia e quella del Vietnam. I piloti non avevano segnalato alcun problema. All’aeroporto internazionale di Pechino scene di disperazione tra la gente che aspettava alle 6.30 l’arrivo dell’aereo da Kuala Lumpur. Sul tabellone luminoso degli annunci al Terminal 3 è comparsa la scritta in rosso «delayed». Poi più niente. La compagnia aerea ha fatto sapere che il pilota era un 53enne con oltre 18 mila ore di volo alle spalle, affiancato da un primo ufficiale di bordo di 27 anni. Ma l’assenza di notizie per ore - l’ammissione che il volo era sparito è arrivata quando l’aereo sarebbe già dovuto essere atterrato - sta attirando sulla compagnia una pioggia di critiche. La Malaysia Airlines è considerata una compagnia di ottima qualità, e il peggiore incidente della sua storia risale al 1977, quando morirono 100 persone. Negli ultimi anni, l’azienda ha però iniziato a inanellare perdite di bilancio a causa della competizione portata dal settore delle compagnie low-cost, tra le quali in particolare la connazionale Air Asia.

I precedenti

Ci sono stati due incidenti a Boeing 777. Lo scorso 6 luglio un jet della Asiana si è abbattuto sulla pista in fase di atterraggio a San Francisco: l’inchiesta ha stabilito che aveva affrontato la fase di arrivo a velocità inferiore a quella dei regolamenti e a quota troppo bassa. Ci furono tre morti e 181 feriti. Nel gennaio del 2008 un 777 della British Airways arrivò corto sulla pista di Heathrow a Londra. Quella volta si trattò di un problema ai motori causato dal ghiaccio nel sistema del carburante. Un passeggero rimase ferito in modo grave, nessun morto. Il Boeing 777 è entrato in servizio nel 1995: attualmente ce ne sono circa 1.200.

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